E' l'alba di una mattina fresca di quasi primavera e una coppia si sveglia in una domus. Entrambi hanno fatto sonni agitati. La donna ha sognato il marito ucciso tra le sue braccia, l'uomo di elevarsi al cielo e stringere le mani a Giove. Lei è Calpurnia, lui è Cesare e sarà l'ultimo risveglio insieme. Una congiura non è una cosa semplice da orchestrare, ci vogliono uomini saldi e fortemente motivati. In questa, come del resto nelle molte altre che verranno ordite nel corso della storia, quel che colpisce è l'intimità della vittima e dei carnefici, ed è forse questo che la rende così raccapricciante nell'immaginario collettivo. Non degli estranei, ma amici, compagni d'armi, banderuole politiche perdonate e riaccolte sul carro del vincitore , ma con la coscienza di chi ha perso e , proprio per questo, rancorose. Il tribunale della Storia è un giudice implacabile e, ad uno ad uno, arrivano sul banco degli imputati i protagonisti della morte di Cesare, tragica, efferata quanto inutile. Ma si sa del senno di poi… I congiurati che parteciparono attivamente alla congiura furono all’incirca una ventina, abbiamo i nomi di quasi tutti (in totale però furono circa sessanta i senatori che aderirono). Ognuno con il grande ideale di ridar vita alla Repubblica, riempiendosi la bocca di grandi parole come dignitas e libertas. Ora, si scrive Repubblica ma si legge oligarchia, cioè poche famiglie ricche e potenti ai vertici del comando; si scrive dignitas e libertas ma si legge caos, ambizione cieca e furiosa corsa al potere e alla ricchezza. Cesare il dittatore, deve essere eliminato. La sua clemenza e la visione di ampio respiro cozzano con lo stantio conservatorismo della classe dirigente. I protagonisti? Sono noti a tutti. Cassio, Bruto, Decimo, Treboniano, i fratelli Casca, tanto per citare i più famosi. Ma voglio spingermi più in là. Sul banco degli imputati porterò anche Antonio, non come congiurato certo, ma come informato dei fatti. Ma non anticipiamo, cominciamo con ordine. Cesare, tra i tanti, ebbe due acerrimi nemici. Il primo Gneo Pompeo Magno, fu un grandissimo generale, forse tra i più grandi della storia romana. Si distinse per il particolare intuito militare in Italia, sotto Silla e, in Oriente, sconfisse la piaga dei pirati cilici, che infestavano rovinosamente i mari. I due generali sembrerebbero avere molto in comune, entrambi ambiziosi e spregiudicati sul campo di battaglia. In realtà furono personalità molto diverse, uguali forse solo nell’ambizione e nel culto di se stessi. L’uno, Pompeo, profondamente aristocratico, apparteneva al partito degli Optimates, forte sostenitore della Repubblica, ossequioso e venerato dal Senato. L’altro, uno scommettitore della vita, un baro, un audace rivoluzionario, oratore di grande fascino, politico astuto con una nuova visione, più aperta e attenta al sociale: apparteneva al partito dei Populares, lo stesso di Mario, avversario di Silla. Del resto Mario, marito della zia di Cesare, Giulia, aveva esercitato una grande fascino sul giovane Cesare. Protagonisti del loro tempo, tentarono più vie di pacificazione. Pompeo sposò la figlia di Cesare ( alla quale si dice fosse molto legato) ed entrambi strinsero quella famosa alleanza privata, che va sotto il nome di Primo Triunvirato, insieme al ricchissimo Crasso. L’ altro nemico fu Catone il giovane o Uticense, per distinguerlo dall’altro di un secolo prima, quello per capirci, che ad ogni seduta del Senato diceva “”Carthago delenda est e mangiava pane e cipolle, fermo nel rispetto della tradizione, del mos maiorum. Anche il nostro Catone era un patriottico e austero romano. Un pochino intransigente... un nome un destino. Lo troviamo accanto a Cicerone ( altro nemico, ma più accorto e sguisciante degli altri due) in un celebre processo di qualche anno prima, il famoso processo contro Catilina, tanto cantato da Cicerone, che si definirà Salvatore della Patria, per la gioia o il tormento dei liceali. A me questa storia di Catilina il folle mostro non convince.. bha. Entrambi, Pompeo e Catone, furono sconfitti da Cesare, che a questo punto della nostra storia ha già conquistato la Gallia, la Spagna, una parte della Britannia, è stato vincitore in Africa, in Germania, in Oriente, ha attraversato il Rubicone e, nell’estate del 45 a.C., sta finalmente tornando a Roma, per celebrare i trionfi e concedersi un più che meritato riposo... ma neanche tanto, perchè come Ulisse, anche Cesare è inquieto, famelico di vita, conoscenza e onori e sta già preparando una nuova campagna in Oriente, contro i Parthi, l’eterno nemico. Il trionfatore sta tornando a casa ma non è solo, con lui, accanto a lui, ci sono alcuni dei protagonisti della fatidica giornata del 15 marzo e oltre: Marco Antonio, Trebonio, Decimo, Ottaviano che verranno raggiunti da Bruto, mentre Cassio attende a Roma e pensa, pensa...pensa. .....continua
0 Comments
Leave a Reply. |
Archivi
March 2023
,Tutti i diritti riservati. Si prega nel caso si volesse usare il testo o una parte di esso di citare la fonte.
IRENE SALVATORI |
Proudly powered by Weebly