Foto da Web𝗕𝗘𝗟𝗟𝗢𝗡𝗔, 𝗟𝗔 𝗗𝗘𝗔 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗚𝗨𝗘𝗥𝗥𝗔 di Irene Salvatori È il 3 giugno del 296 a.C. e il Senato romano decide di votare un tempo nel Campo Marzio a Bellona, la dea della guerra (da bellum), nonchè, a volte, ritenuta la compagna di Marte. Oggi se ne possono vedere pochi e sparuti resti nell'area antistante il noto Teatro di Marcello. Siamo dunque nel III secolo, un momento storico che vede Roma impegnata nella conquista nei territori confinanti. Il tempio si trovava al di fuori delle mura urbane e quindi in "territorio nemico". Di fronte al tempio si svolgeva una cerimonia antica affidata ai 𝒇𝒆𝒕𝒊𝒂𝒍𝒆𝒔 che, dalla 𝒄𝒐𝒍𝒖𝒎𝒏𝒂 𝒃𝒆𝒍𝒍𝒊𝒄𝒂, un pilastro che simboleggiava il confine tra territorio romano e quello nemico, lanciavano una lancia verso i nemici come atto di dichiarazione di guerra. Tale rituale fu compiuto una prima volta nel 280 a.C. e già alla fine della Repubblica era divenuto desueto. Narrano gli storici romani che qui Silla, dopo aver occupato Roma, parlò, con voce pacata ma minacciosa, ai senatori riuniti, mentre poco lontano si udivano le voci dei seguaci di Mario che venivano trucidati. A far tornare in auge il rito fu Augusto che, nel 32 a.C., dichiarò da qui guerra a Cleopatra. Il tempio - lo si evince dalla Forma urbis severiana- aveva 6 colonne di fronte e nove ai lati. Del luogo dove sorgeva la famosa colonna si è perduta la memoria ma sembra possa essere identificato con un'area circolare rinvenuta davanti al tempio. Le foto mostrano i resti del Tempio di Bellona oggi, una ricostruzione ipotetica e gli scavi per l'apertura di via del Mare. foto da web
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March 2023
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